C’è poco da fare. Anche la seconda decade di Ottobre sarà caratterizzata da quell’immensa anomalia positiva di geopotenziale, ormai da settimane ben radicata fra la Scandinavia, la Finlandia e l’estremo settore più occidentale della Russia europea. La presenza di una vasta area caratterizzata da valori molto elevati di geopotenziali in quota (a 500 hpa) e pressori nei bassi strati, fra le coste svedesi, la Finlandia e la Carelia, contribuirà ancora a pennellare il flusso delle correnti sinottiche su gran parte del continente europeo, rallentando il flusso perturbato atlantico al traverso delle Isole Britanniche e delle coste atlantiche francesi e tenendo ancora in vita nei bassi strati una circolazione “antizonale”, con moderati, a tratti anche sostenuti, venti da Est ed E-SE che dal sud della Russia europea e dall’Ucraina si dipaneranno in direzione della Polonia, Bielorussia, Repubbliche Baltiche, Danimarca, Germania, Slovacchia e Repubblica Ceca.
Sul bacino centrale del Mediterraneo, ancora direttamente influenzato da un tipo di circolazione zonale secondaria in quota, il riassetto di questo promontorio anticiclonico di blocco, fra la Svezia e la Russia occidentale, favorirà un temporaneo aumento del campo del geopotenziale in quota, anche se il tempo continuerà ad essere improntato verso una certa variabilità, causa il passaggio in quota di infiltrazioni di aria più umida, e conseguenti annuvolamenti, trasportate dal flusso zonale secondario che dalle medie latitudini atlantiche entra fino al cuore del Mediterraneo. L’unica nota positiva sulla persistenza di questa importante anomalia barica sulla parte settentrionale del vecchio continente riguarda proprio il blocco del flusso perturbato principale.

Difatti questo promontorio anticiclonico di blocco mostrerà una buona forma, presentando dei massimi dei geopotenziale in quota fra Svezia e Finlandia che costringeranno il ramo principale del “getto polare”, che transita sopra i cieli europei, a compiere una brusca virata verso nord e nord-nord/est, una volta giunto all’altezza dell’Europa occidentale. Virata che contribuirà ad alimentare lo stesso promontorio anticiclonico dinamico, a ridosso del Golfo di Botnia e della Finlandia, favorendo più ad est l’affondo di una saccatura, di matrice artica, fin verso il bassopiano della Siberia centro-occidentale.
Il blocco anticiclonico presente sul comparto russo-scandinavo contribuirà a isolare, ad est degli Urali, un primo “cuscinetto di aria fredda” nei bassi strati (“freddo pellicolare”), ulteriormente alimentato dal notevole effetto “Albedo” indotto dai suoli innevati dei bassopiani siberiani, il quale nei prossimi giorni metterà le basi per la formazione dell’anticiclone termico “russo-siberiano”. Il cuore del gelo siberiano, come giusto che sia per il mese di Ottobre, rimarrà relegato tra l’altopiano della Siberia centrale e la Siberia orientale, dove si isolerà un primo vasto nucleo di aria gelidissima, caratterizzato da isoterme di -15°C -17°C alla quota di 850 hpa che si dispongono sopra i territori della Repubblica di Jacuzia, lì dove i termometri riescono a scendere al di sotto del muro dei -50°C -55°C nelle nottate calme e serene di Dicembre, Gennaio e Febbraio.
Proprio in Jacuzia il gelo d’estrazione “pellicolare” è di casa. Basti pensare che nel noto villaggio di Ojmjakon, nel cuore della Repubblica russa, conosciuto in tutto il mondo come il principale polo del gelo dell’emisfero boreale, spesso nella stagione invernale la colonnina di mercurio scivola sotto il muro dei -60°C, sfiorando persino i -65°C nelle ondate di gelo più cruente, associate a forti inversioni termiche agevolate dai cieli sereni e dalla scarsa ventilazione. Proprio in questo affascinante villaggio della Siberia orientale, nel gelido inverno del 1926, il servizio meteorologico russo riuscì ad estrapolare una temperatura minima assoluta di ben -71.2°C. Un dato formidabile che però non fu mai ufficializzato, nonostante la presenza di una strumentazione adeguata.
Solitamente valori così estremi si possono raggiungere in corrispondenza del “minimo annuo termico” che si verifica fra la metà di Dicembre e la prima parte di Gennaio. Proprio in questo momento dell’anno, dalla seconda decade di Dicembre fino a Gennaio, entra nel vivo il periodo in cui statisticamente si raggiungono i grandi minimi termici annui sulle sterminate distese continentali dell’Eurasia, per effetto del minimo di soleggiamento che si raggiunge proprio alla fine di Dicembre. Mai come in questo periodo dell’anno è così facile sfondare il muro dei -60°C nel cuore più gelido della Siberia orientale e centrale. Non è un caso se proprio in questo periodo in diverse città e villaggi siberiani la colonnina di mercurio può agevolmente varcare la soglia dei -50°C.
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