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Allerta Meteo: weekend all’insegna del maltempo al centro-nord, attenzione al forte “garbino” nelle zone terremotate

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In questi ultimi giorni il flusso perturbato principale, in entrata dal nord Atlantico, si sta temporaneamente intensificando sopra l’Europa centrale, cominciando gradualmente a scivolare di latitudine, fino a fare il suo ingresso sulla parte più settentrionale del Mediterraneo. Nel frattempo lo sviluppo e il successivo approfondimento di una giovane depressione extratropicale sul mar del Nord, supportata in quota da una intensa “anomalia positiva della tropopausa dinamica”, che domani tenderà a traslare verso la Danimarca, aprirà la strada per l’affondo sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo di una saccatura a carattere freddo, riempita con l’afflusso di aria sempre più fredda nella media troposfera, di tipo polare marittima. La discesa di questa ondulazione ciclonica dal mar del Nord, accompagnata dall’ingresso sopra la Francia di una moderata avvezione di aria fredda, d’estrazione polare marittima, avrà il merito di riposizionare il flusso zonale attorno i 50° di latitudine nord.

20Al tempo stesso il prolungamento fino alle latitudini mediterranee dell’asse di saccatura, che si diparte dalla circolazione depressionaria posizionata sul mar del Nord, determinerà una marcata erosione del promontorio anticiclonico da giorni stagnante sul Mediterraneo centrale, costringendo quest’ultimo a ritirarsi verso il basso Mediterraneo, il Golfo della Sirte e le coste libiche. Anzi sarà proprio la regressione dell’anticiclone verso il basso Mediterraneo e le limitrofe coste libiche, il quale contrasterà con l’asse di saccatura in discesa sul Golfo del Leone, ad inspessire il “gradiente barico orizzontale” e favorire l’attivazione, nei prossimi giorni, di un sostenuto, anche intenso in quota (sopra gli 850 hpa), flusso molto umido libecciale che dal mar di Alboran si dipanerà in direzione del Tirreno e delle nostre regioni centro-settentrionali, fino a raggiungere la costa croata e l’Ungheria, determinando condizioni di marcata instabilità.

04La parte più attiva di questo umido flusso sud-occidentale nel corso del weekend dal mar di Alboran si dirigerà verso la Sardegna, per poi espandersi al resto del centro-nord, innescando fenomeni di instabilità atmosferica, dettati sia dal crescente “gradiente termico verticale”, indotto dall’afflusso nella media troposfera di aria sempre più fredda, che dal “forcing” orografico esercitato dai rilievi dell’Appennino centro-settentrionale nei confronti dei venti da SO e S-SO, in arrivo dal basso Mediterraneo occidentale. Sarà la somma di questi fattori sopra elencati ad alimentare il maltempo che fra domani e la giornata di domenica interesserà gran parte delle nostre regioni centro-settentrionali, dal nord della Campania fino alla Riviera di levante, includendo buona parte delle regioni settentrionali, dal Piemonte orientale fino al Friuli e alla Venezia Giulia, ove si potrebbero verificare fenomeni temporaleschi, localmente anche di moderata e forte intensità.

02In modo particolare nel corso della giornata di domenica 6 Novembre, allorquando la saccatura alimentata dall’aria fredda polare marittima che dal mar del Nord scivola sulla Francia, entrerà con il proprio asse principale sul bacino centro-occidentale del mar Mediterraneo, avanzando gradualmente verso levante, fino ad interessare con il suo ramo caldo ascendente la Sardegna e le nostre regioni centro-settentrionali, innescando anche intensi rovesci e temporali in seno all’umido e instabile flusso sud-occidentale. I fenomeni più intensi sono attesi sulle coste della Riviera di levante, alta Toscana e dal pomeriggio di domenica pure sulla Maremma e sul Lazio, causa l’inasprimento del “gradiente termico verticale” fra l’aria fredda che affluisce in quota sopra lo strato di aria decisamente più calda e umida che scorre nei bassi strati, sotto forma di venti di libeccio, molto umidi.

09Tali contrasti termici, sommandosi anche ai “forcing” di natura orografica prodotti dai rilievi appenninici nei confronti del flusso libecciale, che costringeranno l’aria umida, una volta urtati i primi rilievi, a salire bruscamente verso l’alto, raffreddandosi e condensandosi in imponenti annuvolamenti di carattere cumuliforme, favoriranno lo sviluppo di importanti moti convettivi che culmineranno con la formazione di diverse “Celle temporalesche”, o persino di possibili sistemi temporaleschi a mesoscala che si potranno sviluppare anche in corrispondenza delle coste del levante ligure, della Toscana e del Lazio, dando la stura a forti rovesci di pioggia e temporali, anche intensi. Sempre domenica qualche temporale dalle aree tirreniche litoranee rischia, purtroppo, di estendersi verso le zone appenniniche vulnerate dalla recente sequenza sismica, creando non pochi disagi.

09Specialmente nei comuni del perugino, l’area di Norcia e le confinanti frazioni delle Marche, dove oltre alle piogge bisognerà fare i conti pure con le intense raffiche di “garbino” che scenderanno dai crinali dei monti Sibillini. Difatti gli umidi venti di libeccio provenienti dal mar di Alboran dopo essere penetrate verso l’entroterra toscano, umbro e laziali e aver scavalcato il crinale dell’Appennino si tufferanno verso le coste adriatiche sotto forma di intense e turbolenti raffiche di caduta che acquistano ulteriore velocità durante l’incanalamento nelle principali vallate sottovento. Le raffiche di caduta nella giornata di domenica faranno sentire i loro maggiori effetti ai piedi dei Sibillini, dove si potranno registrare picchi di oltre 60-70 km/h.

03Sulle regioni settentrionali la risalita del flusso sud-occidentale, particolarmente umido fra i 700 hpa e i 500 hpa, si tramuterà nel sensibile aumento della nuvolosità che comincerà a dare origine a piogge diffuse e a rovesci, anche di carattere temporalesco, che soprattutto dalla seconda parte di domenica interesseranno l’Emilia-Romagna, parte del Veneto e soprattutto il Friuli Venezia Giulia. Proprio su quest’ultima regione si attendono gli apporti pluviometrici più abbondanti, con picchi che potranno superare i 100 mm. Ma oltre alle piogge in pianure sulle Alpi finalmente tornerà a cadere la neve, a tratti anche abbondante, già a partire dai 1200-1300 metri sulle Alpi occidentali. Mentre sulle Alpi orientali domenica la quota neve, causa l’afflusso dei miti venti sud-occidentali in quota, si alzerà al di sopra dei 1600-1700 metri.

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