Nella giornata di martedì 17 gennaio 2017 gran parte delle regioni centro-settentrionali italiane sono state sferzate da impetuosi venti di bora e grecale che localmente, come sul Golfo di Trieste, in alcune vallate del genovesato e del savonese, e sulle coste orientali della Sardegna, hanno raggiunto picchi di oltre 100-120 km/h. Su tutti spiccano i 148 km/h registrati nella mattinata di martedì sul porto di Trieste, subito seguiti dai 146 km/h archiviati dalla stazione meteorologica dell’Aeronautica Militare di Capo Bellavista, lungo le coste orientali della Sardegna, dove si sono scatenate vere e proprie bufere di vento. Come previsto queste fortissime raffiche di vento sono state prodotte dal temporaneo infittimento delle isobare, fra l’alto Adriatico e il mar di Sardegna, indotto proprio dalla contrapposizione fra una profonda circolazione depressionaria, centrata sul basso Tirreno con un minimo di 998 hpa, e un robusto promontorio anticiclonico, con massimi di oltre 1035 hpa sull’Europa centrale. L’ulteriore elongazione verso nord-est del promontorio anticiclonico, in direzione della Polonia e del mar Baltico, ha favorito la rapida attivazione di forti venti di bora che hanno cominciato a spirare sul Golfo di Trieste e su tutto l’alto Adriatico, con raffiche capaci di sfondare la soglia dei 120 km/h sulla città di Trieste, con la classica componente da E-NE che ha raggiunto il Friuli, le coste del Veneto e la Romagna, eccedendo la soglia d’attenzione.
Lo sfondamento, ”forzato”, dell’aria fredda, aspirata dalla depressione sul basso Tirreno, dai “valichi” delle Alpi Dinariche, a partire dalla nottata fra lunedì 16 e martedì 17 gennaio, attiverà forti burrasche capaci di raggiungere persino forza 9-10 Beaufort. Come Trieste anche le coste liguri e quelle toscane, soprattutto pisano, livornese e grossetano, sono state spazzate da venti molto forti di caduta dalle vallate dell’Appennino, fino a 80-90 km/h, in grado di arrecare non pochi disagi e persino danni, per alberi sradicati, cartelloni pubblicitari e pali della pubblica illuminazione divelti dalle folate più intense.
L’isolamento e l’approfondimento della ciclogenesi tirrenica che contrastava, più a nord, con l’imponente promontorio anticiclonico azzorriano, il quale presentava massimi di 1035 hpa fra il nord della Francia, il Belgio, l’Olanda e il nord della Germania, ha prodotto una forte compressione del “gradiente barico orizzontale” che si è andato a chiudere sulle regioni settentrionali italiane, richiamando un impetuoso flusso da NE e E-NE su gran parte delle nostre regioni. La circolazione depressionaria, con minimo barico al suolo sceso sui 999 hpa, sul basso Tirreno, ha determinato un netto infittimento delle isobare sopra buona parte del territorio nazionale.
Tra l’Europa centrale, dove si distendeva l’anticiclone delle Azzore con un cuneo disposto verso il mar Baltico e la Polonia, e il bacino centrale del Mediterraneo, sede della profonda circolazione depressionaria, si è venuto a creare un notevole “gradiente barico orizzontale” (notevoli differenze di pressione) che ha causato una consistente intensificazione della già sostenuta ventilazione dai quadranti nord-orientali, con l’attivazione di burrascosi venti di bora lungo tutto l’alto Adriatico, forte grecale sulle coste toscane e sull’alto Tirreno, mentre forti venti di grecale e tramontana, nel corso della giornata di martedì si sono versati fra mar Ligure, mar di Corsica, mar di Sardegna e su buona parte del Tirreno occidentale, investendo in pieno anche la Sardegna, con intense raffiche da N-NE e Nord, con picchi di oltre i 70-80 km/h sulle coste orientali dell‘isola, e punte ben oltre i 100-120 km/h nei punti meglio esposti, come Capo Bellavista.
Nel corso della mattinata di martedì sul Golfo di Trieste, come sull’Istria, le raffiche di bora, in discesa dall’altopiano del Carso tramite il valico di Postumia, sono divenute davvero violente, con picchi superiori ai 130-140 km/h. Nell’area carsica il vento che si incanala tra il monte Nevoso e i rilievi sloveni, a causa delle grandi differenze termiche che si registrano tra l’altopiano del Carso, molto più freddo, e le aree marittime della Venezia Giulia, più temperate, si rinforza notevolmente è può arrivare a spirare in modo anche violento e turbolento, con raffiche capaci si sfondare la soglia dei 130 km/h.
Gli effetti della bora, a causa del fitto “gradiente barico orizzontale” disposto con dei propri massimi al traverso dell’alto Adriatico, si avvertiranno in Friuli, sulle coste venete e le Venezie, come in Romagna e sui litorali più settentrionali della costa marchigiana, con raffiche fino a 60-70 km/h nei punti meglio esposti. Una volta approdati sulla terraferma i forti venti da E-NE e NE hanno oltrepassato molto rapidamente l’Appennino Tosco-Emiliano, causando intenso “scaccianeve” su tutta l’area appenninica recentemente innevata, per tuffarsi sulle coste liguri e in Toscana sotto forma di forti raffiche di grecale e tramontana. Dopo aver oltrepassato il crinale appenninico le forti raffiche di grecale, nella mattinata di martedì, incanalandosi lungo le vallate di sottovento presenti sul territorio toscano, sono state ulteriormente “amplificate” dall’effetto “channelling” creando autentiche bufere di vento, con raffiche che localmente hanno sfondato la soglia dei 90-100 km/h.
Sulle coste liguri, come su Genova, ma soprattutto nello spezzino, si sono attivate furibonde raffiche di caduta di tramontana che hanno raggiunto punte di ben 90-100 km/h. La forte ventilazione nord-orientale è andata ad attenuarsi molto gradualmente nel pomeriggio di ieri, pur rimanendo al di là della soglia d’attenzione, soprattutto sul Golfo di Trieste e sulla Sardegna.
I forti venti di bora che hanno sferzato l’alto Adriatico hanno sollevato onde di “mare vivo” davvero alte per gli standard di questo bacino che hanno originato forti mareggiate, con particolare riferimento per il tratto di costa compreso fra il ravvenate e il pesarese, dove sono sopraggiunte imponenti ondate, con “Run-Up” che alti fino a 4.0-5.0 metri. Ma l’intensa ventilazione nord-orientale ha reso agitato anche il settore più occidentale del medio-alto Tirreno, in prossimità delle coste di Corsica e Sardegna, e il mar di Corsica a largo, che si è presentato molto agitato, con onde alte anche più di 4.0 metri, che si sono propagate in direzione delle Baleari. Mareggiate e risacche hanno colpito anche le coste della Sardegna orientale, dove sono arrivate onde da NE alte più di 3.0 metri.
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