Sappiamo che se allunghiamo lo sguardo sulle previsioni a lunga scadenza, le stesse possono essere disattese, tanto più ciò avviene se ci portiamo con la nostra analisi oltre le 240 ore.
E’ però vero che le GFS attuali permettono di guardare lontano e per questo forniscono indicazioni che possono essere molto utili per capire quali sono le tendenze e quindi comprendere cosa succederà ad esempio oltre la metà di marzo. E procedendo cosi, ecco che si scoprono tante cose molto interessanti.
Il vortice polare si mostra piuttosto forte per tutta la prima decade di marzo, ma già intorno al giorno 13 dà i primi segnali di cedimento. In altre parole, divenendo più debole rilascia aria fredda verso l’Europa centrale.
Osservando per bene le carte però ci si accorge che il primo rilascio freddo è debole e si manifesta per lo più ai 5000 metri, ma non alle quote inferiori, cioè ai 1500 metri. E questo basta per dire che l’influenza al suolo sarà ridotta.
Discorso assai diverso quello analogo che si prospetta per le giornate del 17 e 18 marzo, in cui il rilascio di aria fredda del Vortice Polare appare assai più marcato. Se osserviamo la 500 hPa notiamo addirittura una -30° sull’Italia ed una -5° indicata dalle 850 hPa (1500 metri). Valori da pieno Inverno!
E questo si che è, o meglio sarebbe se realmente si manifestasse, un vero colpo di coda dell’Inverno.
Ancora è presto però, è bene ribadirlo, per dire con certezza se avverrà quanto indicato dalle GFS per le giornate del 17 e 18.
Essendo l’orizzonte superiore alle 240 ore, queste previsioni sono da prendere come delle indicazioni di una potenziale tendenza meteorologica.
Una cosa però è certa: nel mese di marzo non conviene mai dare per finito il Generale Inverno.
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